Obergabelhorn

Obergabelhorn  4.063 metri  

Cresta sud-ovest Arbengrat  AD+/III+  5,50 ore

Dislivello 850 mt dal bivacco Arbenbiwac, 1.050 metri il giorno precedente per raggiungere il bivacco con gli impianti di Schwarzsee

In rosso la Arbengrat, in verde la salita al bivacco con gli impianti, in arancione la discasa a Zermatt a piedi. In viola la via normale all’Obergabelhorn

Stupenda piramide della Corona Imperiale dalle due facce; da un lato la bellissima e ghiacciata parete nord e dall’altro la rocciosa parete sud.
Offre diverse vie di salita ma tutte lunghe ed impegnative.

Noi abbiamo scelto la rocciosa Arbengrat, salendo sabato al grazioso Arbenbiwak da Zermatt usando l’impianto dello Schwarzsee (lo stesso della Hornli al Cervino); il bivacco si raggiunge con 3,30 ore di cammino con una breve ferrata finale.
Il bivacco ha 18 posti letto ed è dotato di gas, acqua, coperte etc…

Il giorno seguente siamo partiti con le prime luci del giorno, si supera un breve nevaio e si attacca un diedro che conduce ad un altro nevaio più grande. Da qua seguendo gli ometti si arriva al lungo canale sfasciumoso (conviene stare sulle rocce di sinistra più solide) che conduce sulla cresta ad un intaglio a 3.780 metri. Dall’intaglio inizia l’esposta cresta (un po’ sporca di neve a nord) che conduce al piccolo Gendarme prima (si passa a sud senza scalarlo) e al Gran Gendarme poi. Il Gran Gendarme si può attaccare direttamente sul filo IV+ oppure aggirare inizialmente a nord per poi scalarlo da questo versante III+.
Da qua la cresta prosegue sempre molto esposta fino in vetta. Le difficoltà sono costanti sul III, l’attrezzatura è scarsa, solo qualche cordino. Salendo ci rendiamo conto che ci vorrà un’eternita per scendere.
Con qualche tiro di corda raggiungiamo in poco meno di 6 ore la piccola vetta.

Buona parte delle cordate scenderanno per la via normale verso la Rothornhutte, impegnativa ed esposta a nord, sicuramente ghiacciata. Noi invece decidiamo di tornare dalla cresta stessa anche per ripassare dal bivacco a riprendere il materiale lasciato. La discesa si rivelerà molto dura, è sempre affilata e richiede 7/8 corde doppie, non sempre si trovano delle soste, si fa anche parecchia conserva. Anche il canale sfasciumoso preferiamo scenderlo a doppie per non scaricare una marea di sassi su chi sta sotto…
Il tempo è bello e ce la prendiamo con comodo, la discesa al bivacco richiederà quasi 8 lunghe ore.
Le difficoltà ci sono parse ben maggiori rispetto a montagne gradate simili (Weisshorn, Dent Blanche, Hornli al Cervino…).
Dopo una mezz’oretta di pausa cena al bivacco scendiamo a Zermatt in 4 ore, il sentiero è lunghissimo e non perde mai quota, la ferrata iniziale l’abbiamo scesa velocemente con una doppia da 30 metri.
Arriveremo all’auto all’1 e mezza 
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Stanchi ma felici!

Dislivello 1900 in salita e 2500 metri in discesa, difficoltà AD+

Con Fabio, Demis, Andrea, Francesco e Stefano a metà settebre 2019.


Le altre principali possibilità di salita all’Obergabelhorn sono:

In azzurro la via normale, in verde la parete nord, in rosso la cresta del Cuore

-Dalla Rothornhutte:

Via normale dalla Wellenkuppe (cresta nord-est) AD III+
La salita per la Wellenkuppe e la cresta nord-est è una salita su terreno misto piuttosto difficile e di grandissima soddisfazione, molto lunga, è una delle vie normali più impegnative a 4.000 metri.

Dal rifugio si attraversa il Triftgletscher e si raggiunge una spalla nevosa 3.650 mt alla base della cresta nord-est della Wellenkuppe. La cresta, ricca di placche e blocchi II+conduce ad una conca nevosa, dalla quale un pendio nevoso ripido porta alla sommità della Wellenkuppe 3.903 mt. Da qui si scende verso un intaglio della cresta nevosa, che porta ai piedi del Gran Gendarme. Si sale per placche III fino a raggiungere la corda fissa che permette di superare gli ultimi faticosi metri (in libera passaggio di IV+). Dalla vetta del Gran Gendarme si scende lungo il filo di cresta II+ spostandosi, a destra per evitare una placca. Dalla placca si segue la cresta rocciosa senza particolari difficoltà stando sul filo. Si giunge così all’ultimo risalto che si supera scendendo direttamente lungo il filo II. Dopo il gendarme si continua lungo l’esposta cresta nevosa, salendo per un pendio nevoso fin quando diventa possibile raggiungere sulla sinistra la cresta rocciosa. Si segue quindi la cresta, prevalentemente rocciosa II/III, superando un diedro, giungendo poi ad una placca liscia che va risalita restando sulla destra. Si raggiunge così un’anticima, da dove si scende al sottostante intaglio II+, da dove in breve si arriva in vetta.

-Dalla Cabane du Mountet:

Parete nord D+ 55°
Una delle pareti nord più belle ed impegnative delle Alpi.
Dalla Cabane de Mountet scendere e attraversare la morena verso le rocce della cresta del Cuore, risalirle e al termine piegare a sinistra proseguendo per sfasciumi e rocce marce fino a un pendio ripido 50° che si supera in traverso.
Superando alcuni seracchi e lasciata a destra la cresta del Cuore si arriva alla base della parete nord che va risalita al suo centro uscendo leggermente a destra, la cresta in breve porta in vetta.

Cresta del Cuore (nord-ovest) D- IV
Cresta meno frequentata della via normale e della Arbengrat, normalmente è percorsa in discesa dopo la parete nord per tornare alla Cabane du Mountet. È rocciosa nella parte bassa e nevosa ed esposta verso la cima. Molto impegnativa.