Lauteraarhorn

Lauteraarhorn 4.042 metri  

Couloir sud  AD/III  4,45 ore

Dislivello complessivo 2.900 mt dal sesto tornante sotto il Grimsel pass sul lato Bernese a q. 1.780 mt
Sviluppo 50 Km A/R
Esposizione est l’avvicinamento al bivacco, sud-est lo Strahlegletscher, sud il couloir e sud-est la cresta finale

Un viaggio infinito nelle Alpi Bernesi per salire il 4.000 più isolato dell’Arco Alpino.

Siamo partiti venerdì da q. 1.780 mt poiché stanno lavorando alla diga del Grimsel e non fanno passare, si aggiunge così un po’ di dislivello alla gita!
Le prime due ore scorrono abbastanza veloci per superare il Lago del Grimsel, il sentiero è comodo ma ha numerosi su e giù!
Superata la falesia dell’Eldorado si arriva al famoso omettone con le bandiere, da qui spariscono sentieri, segnale telefonico e civiltà.
Si prosegue, senza farsi ingannare dai paletti bianco-rossi che portano alla Lauteraarhornhutte, e si inizia a risalire l’Unteraargletscher un enorme ghiacciaio completamente ricoperto da detriti; ovviamente il ghiacciaio è in continuo movimento e non esiste un sentiero, si procede ad occhio sulla morena ricoperta di sfasciumi. Giunti a circa 2.350 mt, dopo tre orette, si uniscono due ghiacciai il Lauteraargletscher ed il Finsteraargletscher, continueremo su quest’ultimo, finalmente si cammina su ghiaccio, più comodo del pietrisco. Il ghiacciaio del Finsteraarhorn è molto lungo, si prosegue verso la grande seraccata che si abbandona poco prima di raggiungerla svoltando a destra e pervenendo, con qualche peripezia, il più piccolo e mansueto Strahlegletscher; si continua su infido detrito in direzione del Lauteraarhorn fino ad incontrare i segnali per l’Aarbiwac, dove giungeremo con un’irta traccia dopo 6,25 ore dalla partenza con un dislivello di 1.200 mt a causa delle numerose contropendenze ed uno sviluppo interminabile di 20 km.
Il bivacco è molto confortevole e dotato di gas, stoviglie, bibite etc; prepariamo la cena e andiamo a nanna, io sono distrutto!

La mattina seguente sveglia alle 3.30 e partenza alle 4.15 con una bella stellata; oltre a noi due si unisce un solitario signore tedesco che passerà tutta la giornata con noi.
Si perdono subito 100 mt per scendere sullo Strahlegletscher che si percorre per oltre 2 km. Giunti sotto al Lauteraarhorn, con l’aiuto del GPS essendo ancora un po’ buio, a q. 3.000 mt saliamo a destra della cascata originata dalla seraccata e su terreno molto friabile attraversiamo verso sinistra la cascata stessa ed iniziamo la salita sulla costola sinistra del canale sud; la salita fino a 3.500 mt è su roccia discreta per poi peggiorare, non ci fidiamo però del canale sud sufficientemente innevato in alto e continuiamo sulla costola detritica. Giungiamo sulla cresta sud-est a monte della q. 3.915 mt, arrampichiamo il primo torrione e subito dobbiamo calarci in doppia (si poteva aggirare a sinistra come faremo al ritorno). La cresta prosegue aerea su roccia solida in prevalenza di II° con qualche tratto di III°, saliremo e scenderemo comunque slegati.
Dopo una mezz’oretta di arrampicata arriviamo in vetta, stanchi ma felici!

In discesa, dopo aver disarrampicato la cresta con attenzione, decidiamo di scendere il canale sud 45°/50° fino a 3.650 mt circa, la neve nonostante il caldo è discreta e la discesa sarà rapida. Finita la neve torniamo sulla costola di sfasciumi prima e scendiamo il delicato tratto della cascata poi, quindi un noioso trasferimento su ghiacciaio ci riporta al bivacco per la seconda notte.
Siamo stati in giro 11 ore, per una decina di km di sviluppo ed un dislivello di quasi 1.500 mt!

Il terzo giorno, siamo partiti poco prima dell’alba per tornare all’auto; lo zaino più leggero e la conoscenza del percorso hanno consentito di raggiungere il punto di partenza in 5 ore e mezza.

L’Oberland non regala mai nulla, in questo caso è davvero esigente, gita bella e particolare da fare una volta nella vita!
L’ideale è trovare il canale sud del Lauteraarhorn un po’ più innevato per evitare il più possibile lo sfasciume; il bivacco è stupendo ma ha un avvicinamento davvero lungo, su terreno spesso scomodo.
Sicuramente la gita più impegnativa fisicamente che ho fatto!

Con Edoardo a metà agosto 2023.