Gran Paradiso

Gran Paradiso 4.061 metri  Scialpinismo

Via normale F+/BSA  4,30 ore  da Pont

Dislivello 2.100 mt in giornata; possibilità di pernotto al Rif. Vittorio Emanuele II, ma era chiuso.

Esposizione Ovest

In rosso la normale, in arancio la variante di discesa sciistica, in verde la traccia dallo Chabod che si ricongiunge alla normale

Il Gran Paradiso è una delle poche cime di 4.000 metri che si trovano interamente in territorio italiano. L’altezza e l’isolamento dalle montagne circostanti lo rendono ben riconoscibile anche da lontano.

A Pont attraversare il ponte sul torrente Savare e seguire brevemente il fondovalle ove corre la pista da sci di fondo. Svoltare a sinistra per la l’evidente mulattiera ben bollata. Spesso nella parte bassa nel bosco vanno portati gli sci.

Con buon innevamento è possibile abbandonare la mulattiera nei tornanti verso sinistra nei pressi dei ruderi dell’Alpe Chanté (passerelle in loco per superare il torrente) e risalire il ripido canalone che conduce direttamente al rifugio q. 2735 m per ampi pendii (1.45 ore).

Dal rifugio Vittorio Emanuele II salire contornando a sinistra lo sperone roccioso sopra il rifugio; dopo un breve tratto più ripido portarsi nell’ampio vallone, delimitato a sinistra dalla morena, dove ha inizio il ghiacciaio del Gran Paradiso che si risale in direzione nord-est superando una serie di dossi. A q. 3100 m risalire il largo e ripido pendio del ghiacciaio che conduce ad un’ampia spalla a q. 3400 m; proseguire quindi in direzione sud-est verso un pendio ripido da risalire ad inversioni fino a raggiungere la dorsale detta “Schiena d’Asino” a q. 3750 m, qui proviene da sinistra, dal ghiacciaio di Laveciau, la traccia che sale dal Rifugio Chabod (2 ore dal rifugio Vittorio Emanuele II). Dal crestone della Schiena d’Asino salire verso una grande seraccata che va scavalcata sulla destra alla base della Becca di Moncorvé e per ampi e meno ripidi pendii in direzione nord-est superare la crepaccia terminale proprio sotto alla cresta finale q. 4035 m. Lasciare gli sci all’evidente sella nevosa e scalare la cresta sud, generalmente rocciosa, traversando un facile ma esposto passaggio roccioso che conduce alla Madonnina di vetta (3 ore dal rifugio Vittorio Emanuele II). Un paio di spit consentono di assicurarsi in questo tratto che è il passaggio chiave dell’intera salita.

La cima è frequentata già da metà marzo per lo sci alpinismo, in effetti la montagna sembra fatta apposta per essere sciata!

In solitaria nel maggio del 2017.


Altra possibilità di salita al Gran Paradiso:

Parete nord D- 55°

Stupenda parete ghiacciata di ben 600 metri, tra le più famose ed ambite delle Alpi.
Dal rifugio Chabod proseguire fino al termine della cresta della morena poi salire verso l’evidente parete nord del Gran Paradiso.
Attaccare la parete nella parte centrale e passare appena a sinistra del seracco, quindi uscire in cresta che in breve porta in vetta al Gran Paradiso.